Essere riconosciute tra le Best Managed Companies da Deloitte assume un significato ancora più importante se si considera che siamo nel 2020, un anno di crisi mondiale, che ha chiamato tutti a uno sforzo ulteriore. Un traguardo importante, raggiunto in Italia da una delle più longeve e solide agenzie media digitali. Parliamo di Webranking, nata più di 20 anni fa, e che oggi è cresciuta conquistando la fiducia del mercato, di sempre più clienti e dei suoi stessi dipendenti. Una realtà specializzata in Digital Marketing, Data Inspired Creativity, Digital Media Planning, Digital Transformation, Marketing Technology, Data Intelligence e UX performance, identificata tra le migliori per strategia, competenza e impegno verso le persone. Un successo che vede in prima battuta Nereo Sciutto, Ceo e co-founder di Webranking, tra le persone più soddisfatte, ma anche sempre convinte che “chi si ferma è perduto”.
Nereo, avere il coraggio di guardarsi dentro” è una sfida difficile, sia a livello personale sia professionale. Voi lo avete fatto…
Ce lo siamo imposti, come si fa con le buone abitudini, e oggi ne registriamo i risultati. Così come siamo abituati a scegliere e valutare le strategie proposte ai nostri clienti sulla base di dati e riscontri oggettivi, così abbiamo scelto di sottoporci ad indagini esterne per misurare il nostro operato, al di là dei risultati numerici e della convinzione d’aver operato al meglio. Deloitte e Great Place to Work sono realtà solide che ci possono garantire analisi di basate sui benchmark delle aziende meglio gestite, non solo in Italia. Così ci hanno riconosciuto come una delle Best managed Companies italiane e allo stesso tempo — e forse non a caso — come uno dei migliori luoghi di lavoro in Italia.
Come ha affrontato Webranking quest’anno molto difficile?
Certamente alcune scelte e investimenti fatti negli anni scorsi, si sono rivelati decisivi. Tra questi ritroviamo un capillare controllo di gestione e di commessa, la scelta di quali progetti seguire e per quali clienti lavorare, un setup durato più di un anno per abilitare lo smart working e i conseguenti investimenti sui sistemi informativi. Oltre che tanta cultura aziendale sulla base della quale abbiamo costruito tutto.
Alla fine, la nostra gestione ha pagato durante il lockdown e il difficile momento storico che l’ha seguito. Non abbiamo avuto bisogno di forzare comportamenti e abitudini lavorative che avevamo già impostato e migliorato. Un esempio fra tutti: avevamo già dato un budget alle persone per attrezzare la loro postazione domestica perché fare smart working non è portarsi a casa il laptop ma avere una postazione in grado di facilitare il lavoro e garantire lo stesso livello di produttività.
Durante il lockdown ci siamo preoccupati di mantenere coese le persone e i team e di garantire supporto e ascolto a ognuno di loro. Abbiamo comunicato chiaramente — di settimana in settimana attraverso dirette sul canale social aziendale — cosa stava succedendo in azienda e come ci saremmo comportati rispetto a quello che ci succedeva intorno.
Due segnali che riassumono il comportamento di Webranking sono la scelta di non richiedere neanche un’ora di cassa integrazione e la previsione di chiudere il 2020 in area di profitto. Voglio essere chiaro: è ovvio che ci sia stato un calo di lavoro ma abbiamo deciso di investire il nostro tempo residuo in formazione e crescita professionale, raccogliendo un numero record di certificazioni.
Inoltre avevamo in piano di fare tre investimenti consistenti nel corso dell’anno e abbiamo deciso di mantenerli e — anzi — siamo riusciti ad anticiparne la partenza.
Puoi dirci qualcosa in più su questi nuovi investimenti?
Il primo è stato annunciato nel corso del Netcomm Forum: si chiama Data Kojak ed è una soluzione software realizzata con tecnologia Google Cloud — di cui abbiamo ottenuto recentemente la certificazione — per il controllo automatico dei tracciamenti di analytics in siti molto complessi. In altre parole, il tool si accorge se ci sono problemi — anche di qualità del dato raccolto — e informa tempestivamente i team IT e i digital analyst per evitare di perdere informazioni preziose. Questa soluzione segue la nostra vocazione di partner per aziende con complessità molto alta e ci qualifica come una media agency con forti skill tecniche per realizzare quello che i marketer vogliono.
Il secondo è stato reso pubblico negli ultimi giorni: si tratta di Daimon, il nostro spin-off creativo o “the other side of Webranking”. Vista la nostra attitudine di “scienziati di dati e pianificazioni” — come ci ha definito un cliente — abbiamo voluto rafforzare l’altro elemento di “Art and Science”. Daimon è diverso da tutte le agenzie creative attuali perché nasce da una solida base di pensiero tecnico ispirato dal dato e si focalizza sui formati creativi dinamici — quelli che vengono adattati sulla base dei dati a disposizione — e le creatività per i nuovi ambienti social — uno spettro che va da Instagram a TikTok ai nuovi media digitali come il DOOH e il programmatic TV. Daimon parlerà alla comunicazione e sarà un supporto per tutte le aree aziendali marketing, eCommerce, media e IT. Quando parlo di investimento vorrei essere chiaro: in Daimon lavorano fin da subito 15 professionisti e abbiamo raccolto già i primi premi, come l’ultimo per le creatività dinamiche insieme ad Alessi.
Parlavi anche di un terzo investimento, di cosa si tratta?
Il terzo investimento unisce il business a qualcosa di etico e di visione, un progetto che vedrà la luce nelle prossime settimane che riguarda una nuova iniziativa di formazione dedicata ad una evoluzione personale, di carriera o di riconversione professionale. Stiamo parlando di un set di corsi su prodotti molto avanzati della Google Marketing Platform o su piattaforme enterprise come Analytics360 o Adobe Analytics. Formazione che stiamo già facendo da anni per le aziende per cui lavoriamo e che ora, data la richiesta crescente di figure con queste competenze, vogliamo rendere disponibili a tutto il mercato. Non solo ad aziende ma anche a agenzie concorrenti per la formazione del proprio personale.
Ricapitolando: quali sono i numeri dell’evoluzione di Webranking?
Alcuni numeri: Webranking ha chiuso il 2019 con 22 milioni di fatturato e tutti i bilanci in attivo nei 22 anni dalla nostra fondazione. Anche quest’anno, nonostante il periodo di difficoltà, abbiamo ricevuto importanti conferme dai nostri clienti e nuove acquisizioni, soprattutto nel settore GDO. A oggi impieghiamo 130 persone divise fra le nostre sedi di Correggio, Milano, Vancouver (Canada) e le due ultime a Reggio Emilia nella cornice del Parco Innovazione e Cagliari dove siamo sbarcati alla fine del 2019. Il tutto con un approccio che abbiamo chiamato “one company”: le persone collaborano sui progetti e fra di loro da tutte le sedi, a parità di opportunità e trattamento.
Questa intervista è apparsa su Engage Magazine di ottobre 2020, in occasione dell’Engage Conference.