Data Science – Webranking è tra i partner del master di UPA

Formare talenti del dato è un obiettivo-chiave

Si avvicina l’inizio della terza edizione del Master in Data Science per la Comunicazione Digitale, il percorso formativo nato su iniziativa dell’UPA e di NeodataLab per rispondere alla crescente richiesta di data analyst da parte del mercato. Il master, al via il 7 maggio, quest’anno vanta anche la partecipazione della principale associazione di agenzie (UNA) e il supporto di importanti aziende partner, tra cui WebrankingGiacomo Capra, digital marketing director di quest’ultima, parla con Engage dell’importanza che la cultura e la conoscenza del dato rivestono nell’attuale scenario della comunicazione.

Webranking sostiene in qualità di partner il Master UPA in Data Science per la Comunicazione Digitale. Cosa vi ha spinto ad appoggiare questa iniziativa formativa?

Alla base ci sono due considerazioni fondamentali: la prima è legata alla credibilità di UPA e alla professionalità con cui viene gestito questo master, non da ultimo i professori coinvolti sono rappresentanti di primo piano dell’industria digitale e per noi è un privilegio essere tra questi. La seconda motivazione è determinata dalla grande attenzione che da anni poniamo al mondo dei dati e alle sue evoluzioni e poter contribuire alla formazione di nuovi talenti che ne comprendano le sfumature è una chiave anche per la nostra crescita come agenzia.

Webranking è da lungo tempo partner di Google ed è proprio a Google che si imputa l’origine di una delle più grandi rivoluzioni che cambieranno la pubblicità online nel prossimo futuro: l’abbandono dei cookie di terze parti. Quali sono le conseguenze maggiori che il mercato deve attendersi a partire dal 2022?

Innanzitutto credo che Google stia solo seguendo una strada che avremmo comunque dovuto affrontare nei prossimi anni e come è ovvio ce ne accorgiamo solo quando è un colosso come lui a muoversi. Ci aspettiamo sicuramente conseguenze di diversa natura nel corso del prossimo anno e il tempo per studiare e gestire al meglio questa nuova condizione c’è. Gli advertiser dovranno porre maggiore attenzione alla scelta dei player a cui affidarsi, soprattutto per attività dove la performance è centrale; per i publisher forse lo scossone sarà più forte e mi aspetto che i più piccoli costruiranno nuovi network per evitare una radicale perdita di forza.

Tutto questo cambierà inevitabilmente il rapporto tra advertising e dati. Idealmente a cosa si dovrà tendere in questo senso?

Non mi aspetto un cambio di rapporto ma spero in una maggiore consapevolezza su cosa voglia dire utilizzare i dati da parte degli advertiser. Il processo che vedeva già porre attenzione ai dati di prima parte presenti in azienda troverà una spinta in questo cambiamento e spero che sempre più realtà possano abbracciare una sfida — tecnologica e culturale — che le porterà a gestire il media con maggiore controllo delle informazioni che possiedono. In questo scenario mi aspetto che tutte le realtà che possiedono dati consistenti o relativi a specifiche nicchie di mercato trarranno forti benefici e cercheranno nuovi modi di monetizzarli.

Quale sarà il contributo che intende portare Webranking a questa trasformazione?

Webranking segue questo cambiamento da molto vicino grazie alla solida relazione con i principali player di mercato come Google e Facebook. Da mesi abbiamo aperto tavoli di lavoro su questo tema coinvolgendo specialisti di diverse materie, dall’adv all’analytics e soprattutto dall’area Martech che da anni ci aiuta a comprendere anche i dettagli più tecnici. Seguiremo gli avanzamenti di mese in mese e abbiamo già iniziato a divulgare il nostro pensiero con il primo paper a cui ne seguiranno altri. Stiamo già lavorando con i nostri clienti perché quello che vogliamo fare non è solo aiutarli ad adeguarsi ma cercare di cogliere ora le opportunità per arrivare ad essere ancora più competitivi nel 2022.

Questo articolo è apparso su Engage il 22 aprile 2021.

 

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